sabato 19 settembre 2015

ARSENIO LUPEN


Il giorno successivo come ogni giorno, lui veniva a prendersi il caffè a casa mia e sempre come ogni giorno venne puntuale e mi disse:" ci hai pensato a quello che ti ho proposto ieri", in quel l'attimo fui preso da mille pensieri e da mille risposte, ma con la mia voce flebile gli risposi a bassa voce solamente "si, per me va bene".
Era fatta ormai, sarei diventato un ARSENIO LUPEN.
Quella sera ci dovevamo risentire per convenire ad incontrarci giu sotto casa intorno alle 23,30, dove poi decidere il luogo da poter depredare e cosi via dicendo e cosi fu.
Ci vidimo all'ora suddetta nel luogo prestabilito e ci incamminammo nel centro della città dove lui aveva visto un luogo che era pieno di computer.
Allora i computer desktop andavano di moda e costavano molto e venduti a meta prezzo, come si fa con la merce depredata, ci saremmo intascati un bel po di soldi.
Comunque arrivammo sul posto, e lui mi disse" tu resta qua che salgo io; tu mettiti li di fronte e guardami la strada, non appena ti chiamo tu mi vieni incontro e carichiamo tutto in macchina".
Io attraversai la strada, mi girai verso dove l'avevo lasciato e non lo vidi più. 
Mi contorcevo con gli occhi per vedere dove potesse essere, ma non lo vedevo, poi tutta ad un tratto girandomi da un'altra parte, vidi che stava salendo in una parete del primo piano di un palazzo aggrappandosi al tubo di scarico "grondaia", era pazzo io pensai, era completamente pazzo.
Cosi facendo arrivo' nel balcone, sobbalzo dentro, apri il vetro con un cacciavite senza far rumore, entro dentro e prese tutti i computer e li porto fuori vicino la finestra, poi mi chiamo e mi disse di andare sotto da lui che mi avrebbe passato i computer per scenderli e caricarli in macchina.
Quando mi chiamo la paura mischiata con adrenalina pura, mi fece avere in me una sensazione che non avevo mai provato prima, un benessere che convolgeva tutti i sensi del mio corpo, non lo so spiegare, non so che mi successe, ma so solo che mi incamminai, feci quello che dovevo fare, e poi c'e' ne andammo.
Quella fu la mia prima volta...................ma non l'ultima, fu la mia prima interpretazione di ANARCHIA.....................la mia condanna ........................ la mia salvezza......................................





.............................continua


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